Prima serata di corso. Si parte con gli antipasti. Siamo in tanti, e la serata prevede parecchi piatti invitanti: blinis di grano saraceno, una variazione sul tema “flan” (alla zucca, alle castagne, agli asparagi, ai topinabor..), e la terrina d’anatra ai fichi. Forse fin troppe ricette (finiamo verso mezzanotte!!) ma ne è valsa la pena… La terrina è una delle più buone che abbia mai mangiato.
Ecco allora la ricetta!
TERRINA D’ANATRA AI FICHI (con rhum e cognac)
- 400 gr polpa d’anatra (coscia o petto) disossata
- 200 gr lonza di maiale a pezzetti
- 1 petto d’anatra a listarelle
- 1 albume
- 100 gr lardo, 10 fette speak
- 250 ml panna da montare
- 2 scalogni
- 1 bicchierino cognac, 1 di rhum
- 10 fichi secchi, sale, pepe
Faccio rinvenire i fichi, tagliati a strisce, in acqua tiepida con poco rhum. Taglio la polpa d’anatra a pezzetti e la faccio marinare almeno 30 minuti con la lonza, il cognac e lo scalogno tagliato in quarti. Elimino quindi lo scalogno e frullo bene assieme al lardo tagliato a fettine.
Aggiungo l’albume, sale, pepe e frullo ancora a lungo ottenendo un composto omogeneo (farcia), aggiungendo quasi alla fine la panna.
Taglio il petto d’anatra a listarelle e lo rosolo in padella antiaderente con poco olio. Regolo di sale e di pepe.
Dispongo nella terrina le fette di speak, facendole debordare, riempo con metà farcia, metto al centro le listarelle di petto d’anatra, i fichi e concludo riempendo con la restante farcia. Chiudo con lo speak e batto la terrina sul ripiano per livellare il ripieno.
Copro con carta stagnola e cuocio a bagnomaria per 1 ora a 180°C. Scolo la terrina e faccio raffreddare sotto un peso.
Nota: si può realizzare anche con sola polpa d’anatra o con lonza e filetto di maiale.
Nate tra il 400 e il 600 in Francia, amate dalle corti europee, le terrine sono state in parte dimenticate dalla cucina moderna. Per fortuna in Francia si trovano ancora, anche nei più piccoli “supermarche” di provincia , in bella mostra, terrine “campagnarde”, realizzate con maiale, fegato o anatra. Talvolta ricoperte di peccaminosa gelatina, perfette per un pic nic in campagna, da spalmare lussoriosamente su una baguette…
Una volta compreso il funzionamento (una farcia di carne, pesce o verdura frullata con poco albume, poca panna e gusti, quindi cotta a bagnomaria), le terrine possono aprire mille possibilità: le più classiche: vitello, coniglio, foie gras, selvaggina, ma anche melanzane, zucchine, salmone, capesante, pescatrice… Inoltre ad arricchire il ripieno si può aggiungere frutta secca (fichi ma anche prugne secche o noci, pistacchi), frutta (pesche, mele) verdure tagliate a bastoncino e sbollentate 1’….
…insomma viva la fantasia!
Ecco invece una terrina con pesce, pomodoro e melanzane, dalle cucine di Walter Eynard.
Il tavolo imbandito di entrèe ed antipasti..
Per la cronaca, le libagioni sono state “divorate” in abbinamento ad un Riesling vendemmia tardiva di Ca’di Frara, Apogeo.
a presto!m